Il Moro in camicia: niente di meglio per quando ci si sente giù

Qualche giorno fa ho ricevuto una email, in cui mi si chiedeva di partecipare a una bellissima iniziativa Women for Expo. La call to action era chiarissima: segnalare la ricetta che amavamo di più da bambine, quella che ci ricorda un particolare momento, quella che facciamo in casa quando ci sentiamo giù. Ecco, siccome questo è un periodo in cui sono ancora preda di tossi e raffreddori molesti, l’umore non è ancora primaverile e la to-do-list è di quelle che non si svuotano mai, ho proprio voluto pensare alla mia consolazione per quanto mi sento giù. E credetemi non c’è migliore consolazione, seppure effimera, del dolce meraviglioso che sto per raccontarvi.

Moro in camiciaSi tratta di un dolce molto speciale, parte della collezione di ricette che ho avuto in dono dalla carissima Florence (di cui ho parlato qui). Un dolce di tradizione austriaca, senza farina che prende il nome dal fatto di essere molto scuro e viene vestito con abbondante panna montata. E’ un concentrato di cioccolato e mandorle: un vero toccasana per tutti i mali ad oggi conosciuti.

E’ un dolce che non preparo molto spesso perché la cottura richiede un po’ di equilibrismi, ma la soddisfazione è garantita, unitamente all’effetto scenico.

Moro in camiciaPartiamo dalle avvertenze. Se volete preparare questo dolce dovete per forza dotarvi di uno stampo come questo. Io l’ho trovato da High Tech. Si tratta di uno stampo alto con buco e coperchio.

Se avete lo strumento o trovate altre alternative (non escludo si riesca a fare anche in uno stampo senza coperchio, ma non ho mai osato provarci), questi gli ingredienti

  • 65 grammi di cioccolato fondente di altissima qualità
  • 115 grammi di mandorle con la buccia tritate più fini che potete
  • 115 grammi di zucchero (meglio lo Zefiro che è più sottile e facile a sciogliersi)
  • 85 grammi di burro
  • 5 uova
  • 300 grammi di panna da montare con 2 pizzichi di zucchero
  • burro e zucchero per lo stampo

Ho iniziato imburrando accuratamente lo stampo. Ci vuole un po’ di pazienza, ma va coperto per bene, compreso il cilindro centrale. Ho cosparso di zucchero tutta la superficie ed eliminato quello in eccesso.

In un contenitore di vetro, ho sciolto a bagno maria il cioccolato con il burro e lasciato da parte a raffreddare.

Bianchi montati a neveIn un altro contenitore ho montato a lungo i tuorli con lo zucchero. Lo zucchero deve essere ben sciolto e le uova devono essere spumose e bianche. Ho unito il cioccolato sciolto e raffreddato alle uova mescolando delicatamente. Ho poi unito le mandorle tritate e infine i bianchi montati a neve fermissimi. I bianchi vanno incorporati con grande delicatezza, con movimenti dal basso verso l’alto per mantenere più aria possibile.

A questo punto ho versato l’impasto nel contenitore e chiuso il coperchio. Per essere certa che non entri acqua, faccio sempre 3 o 4 giri di nastro adesivo da pacchi (quello altissimo).

Ho preso una pentola abbastanza stretta e alta da contenere lo stampo del Moro, ho inserito lo stampo e ho aggiunto acqua fino ad arrivare circa al bordo del coperchio per preparare la cottura a bagno Maria. Con molta probabilità lo stampo potrebbe iniziare a galleggiare e stortarsi. Cercate di tenerlo dritto, posandoci sopra un tagliere ed eventualmente un’altra pentola contenente acqua.

Mandorle tritateAccendete il fuoco e portate a ebollizione. Qui bisogna stare all’erta perché quando inizia a bollire, se bolle troppo forte, il contenitore potrebbe spostarsi. State nei paraggi e regolate il fuoco perché l’acqua bolla sempre ma non troppo forte. Dal momento in cui inizia a bollire, la cottura dovrà durare un’ora e mezza, un’ora e quarantacinque. Se l’acqua dovesse consumarsi, è importante rabboccare con altra acqua già bollente. Anche qui tocca essere piuttosto brave e inventarsi il modo per aggiungere l’acqua. Io uso un piccolo annaffiatoio. Cosa non si fa per la cucina…. Giuro che la prossima volta provo a cuocerlo a bagno Maria, ma in forno, poi vi racconto.

A cottura terminata, ho spento il fuoco ed estratto il contenitore, lasciando riposare circa 15 minuti. Ho aperto il coperchio e posato al suo posto un piatto piano. Ho girato il contenitore e sformato facilmente il bellissimo Moro.

Prima di servire decorate a piacere con tanta panna montata leggermente zuccherata ed eventualmente decorate con scagliette di mandorle sbucciate.

Assaggiatelo e sappiatemi dire se non vi sentite di colpo riconciliate con il mondo.

7 pensieri su “Il Moro in camicia: niente di meglio per quando ci si sente giù

  1. Gentile Giulia,

    le scrivo per chiederle qual è la sua città di provenienza. Ci serve per trasferire sul sito di Women for Expo, di prossima apertura, la sua ricetta arrivata via facebook.

    Grazie!
    Un saluto cordiale
    Lorenza

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