L’incontro in questione è con Ars Vivendi e gli champagne sono ben 5 per una serata di degustazione dall’invitante titolo “Tour de champagne – La montagne de Reims”, ultima di 4 tappe di un’approfondita esplorazione delle bollicine d’oltralpe.
La serata, tenuta presso Milano Bakery, è stata condotta con maestria da Guido Invernizzi, relatore dell’Associazione Italiana Sommelier, profondo conoscitore dei vini francesi e brillante oratore (mi ha fatto venire voglia di iscrivermi al suo corso).
Ecco qui un breve elenco di alcune tra le divertenti curiosità e aneddoti che hanno arricchito la serata.
Se l’invenzione dello champagne è tradizionalmente attribuita all’abate Dom Perignon in realtà aveva rubato il segreto della rifermentazione in Germania e ne ha “solo” sistematizzato la produzione.
- I tre vitigni principali dello champagne sono pinot noir, chardonnay e pinot meunier.
- I tedeschi non sono capaci di produrre champagne e mai lo saranno, ma a loro il merito negli anni della guerra di aver salvato economicamente molte case produttrici di champagne, basti ricordare tra gli altri Krug, Bollinger, Tattinger, Deutz
- In Inghilterra stanno lavorando bene sullo champagne e vanno tenuti d’occhio.
- Lo champagne è un ottimo abbinamento a tutto pasto e non solo per il pesce e i crostacei, anche carne fino alla selvaggina (“ci sono bottiglie che possono rompere le corna agli stambecchi”)
- nei profumi dello champagne si passa dalla boulangerie alla patisserie
- Il bicchiere del vino, ancor più dello Champagne, va sempre tenuto per lo stelo e mai per la coppa, in modo da allontanare il più possibile gli odori che può avere la mano (profumo, dopobarba, cane del vicino bagnato…) -> “se lo fate vi faccio fare la fine di Muzio Scevola”
- Non mettete il vino e ancor più lo champagne nella stessa cantina dei salumi….. il tappo di sughero è una spugna e invece di avere sentori di ribes e brioche finirete per assaporare un vino al profumo di capocollo
- Non necessariamente bottiglie più costose sono più buone. Alla fine della degustazione quello che ci è piaciuto di più è risultato non essere il più caro.
- Ma soprattutto: per capirne di champagne serve allenarsi bene e berne casse a profusione
Ed ecco i dettagli degli ottimi Champagne della regione di Reims che abbiamo assaggiato, ognuno con sue qualità peculiari:
- VERZENAY Jean Lallement – Réserve Grand Cru brut
80% Pinot noir 20% Chardonnay - MERFY (Massif St. Thierry) Chartogne Taillet – mill. 2008 brut
60% Pinot noir 40% Chardonnay - AY Gosset Brabant – Cuvée Gabriel Grand Cru mill. 2004 brut
70% Pinot noir 30% Chardonnay - AMBONNAY Egly Ouriet – Vieillissement Prolongé Grand Cru extra brut
60% Pinot noir 40% Chardonnay - BOUZY Jean Vesselle – Oeil de Perdrix Grand Cru brut
100% Pinot noir
Personalmente ho gradito di più il Gosset Brabant, a mio giudizio il giusto livello di “potenza e complessità” per uno Champagne che non si dimentica. Anche l’Egly Ouriet con l’invecchiamento prolungato oltre gli abituali standard e il Jean Vesselle “occhio di pernice” – come il suo colore che si avvicina al rosé, ma non così intenso – sono Champagne che vorrei avere sempre nella mia cantina.
Ars Vivendi è una bella iniziativa nel panorama della vendita online in campo enogastronomico, che si propone come un regional temporary shop in grado di offrire le migliori espressioni di un diverso territorio a rotazione, attraverso il contatto diretto con i produttori a prezzi vantaggiosi.