Da cliente Nespresso affezionato e di lunga data e da appassionato di cucina quale sono non potevo non “sfruttare” queste due passioni e partecipare al contest RDS – Nespresso. Ovviamente il tema era il caffè, solitamente utilizzato in polvere come spezia. Ho invece voluto provare a usarlo “liquido” all’interno di un ripieno e sono stato premiato dalla giuria con una cena per due al Combal.Zero dello chef Scabin (poi vi racconterò come è andata…).
Ingredienti per quattro persone:
Per la pasta:
– Farina 00 200 gr
– Semola di grano duro 75 gr
– Albume d’uovo 50 gr (un uovo grande o due piccoli)
– Rosso d’uovo 1
– Olio evo 25 gr
– Sale 10 gr
– Acqua un goccio
– Sale e pepe qb
Per il ripieno:
– Zucca (150 gr)
– Ricotta di capra (75 gr)
– Nespresso Indriya from India (una tazzina)
– Sale (qb)
Per l’impiattamento:
– Pecorino romano grattugiato (una manciata)
– Noce moscata (una spolverata)
– Olio evo (due cucchiai)
Ho preparato la pasta con l’aiuto della planetaria inserendo tutti gli ingredienti (ad eccezione del rosso d’uovo che verrà usato solo per sigillare cappellacci) e finendo l’impasto a mano fino a ottenere una palla elastica ben amalgamata che ho messo a riposare in frigorifero per un paio di ore.
Nel frattempo ho preparato il ripieno. Acceso il forno statico a 200°, ho tagliato eliminato i semi dalla zucca e l’ho tagliata in pezzi (più piccoli sono e più velocemente cuoce). Ho
infornato la zucca poggiata su carta forno in una teglia coprendola con un foglio di carta alluminio per evitare bruciature. Ho lasciato cuocere per circa 40/50 minuti, fintanto che la zucca era ben cotta. Ho eliminato la buccia e lasciato raffreddare. Una volta a temperatura ambiente ho schiacciato la polpa con una forchetta creando una purea alla quale ho aggiunto la ricotta setacciata e una tazzina di Nespresso Indriya (ideale per la sua speziatura come abbinamento alla zucca).
A questo punto ho tirato la pasta con la mitica nonna papera a circa un mm di spessore e formato i cappellacci con un coppapasta. Ho messo il ripieno leggermente decentrato su un disco di pasta, pennellato i bordi con il rosso d’uovo e chiuso con un’altro disco, arricciando i bordi stessi verso l’alto per somigliare a dei cappelli (in alternativa è possibile schiacciarli con una forchetta).
Li ho cotti in acqua bollente salata con un cucchiaio d’olio (per evitare che i cappellacci si attaccassero tra loro) per circa tre minuti. Consiglio comunque di fare la prova con un cappellaccio in un pentolino per essere certi che non si rompano e definire i minuti ideali rispetto allo spessore della pasta che avrete preparato. Li ho “pescati” con un colino per non danneggiarli con lo scolapasta.
Ho impiattato mettendo 3-4 cappellacci su un piatto scuro per mettere in evidenza il colore, aggiunto un filo di olio evo, una manciata di pecorino romano grattugiato e una spolverata di noce moscata.
Di sicuro il risultato è particolare e sorprendente: acido, speziato e dolce per un piatto da grandi occasioni.
Bravo Alberto! E buona cena 😉
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