La pasta frolla che profuma di Provenza

È ormai qualche settimana che ho in testa la pasta frolla. Ho passato giornate a guardare ricette e pensare a quelle di mamme, zie, nonne. Ne ho trovata una sull’ultimo libro di Cracco (al quale certamente renderò omaggio prestissimo nonostante l’orribile titolo del libro e idem per la copertina) che è da leccarsi i baffi, ma alla fine, in questa giornata uggiosa, fedele al fatto che con la testa tendo a scappare via verso il sole, i colori e i profumi soprattutto quando fuori la città è tutta di quel color grigio uniforme, ho pensato di volare in Provenza e preparare una frolla alla lavanda e trasformarla, grazie a una magnifica composta ai limoni bio di Sicilia, in uno scorcio di sole. Certo il sapore della frolla alla lavanda è particolare, ma io ne vado matta.
Per fare la frolla si va a ricordo. Io uso:
• 300 gr. di farina 00
• 120 gr. di burro fatto ammorbidire a temperatura ambiente
• 120 di zucchero
• 1 uovo e 1 tuorlo
• 1 pizzico di sale
• 1 vaso di marmellata/composta a piacere (circa 300 gr.)
• 2 gr. di fiori essiccati di lavanda.
I fiori di lavanda li ho comprati in erboristeria. Vanno presi quelli non trattati in alcun modo, solo fiori di lavanda seccati (quelli che si possono mettere anche nei decotti). Inevitabilmente nel mix di fiori potrebbe esserci qualche gambetto secco. Abbiate la pazienza di levarlo.
Si parte proprio dalla lavanda che va presa a piccoli quantitativi tra le dita e sbriciolata il più possibile. Poi si aggiunge la farina e si mescola una prima volta. Tocca poi allo zucchero e si mischia un’altra volta, poi il pizzico di sale e l’ultima mischiata. Sono tutti ingredienti secchi, ma se li si mischia prima di aggiungere quelli umidi non si corre il rischio che resti un grumo di lavanda incollato a un pezzo di burro ad esempio (questo è uno dei consigli migliori che mai mi siano stati dati quando ho iniziato a lavorare in cucina, purtroppo non ricordo da chi).
Ho poi aggiunto le uova e dato un’altra mischiata, infine ho messo il burro a pezzetti. Poi si deve iniziare a lavorare molto in fretta con le mani, dentro la ciotola all’inizio e poi sul tavolo. Bisogna essere rapidi nel far assorbire il burro nella farina e creare una palla. Pellicola intorno alla palla e poi in frigo come minimo mezz’ora  se possibile anche di più.

Passato il tempo di riposo ho steso la frolla e creato la base. Io sono una fifona e stendo la frolla tra due fogli di carta forno, ma almeno ho la quasi certezza di riuscire a infilarla nella crostatiera (da 24 cm circa). Ho riempito la frolla con una meravigliosa composta di limoni biologica di Libera Terra, decorato con gli scarti di frolla (voi farete di meglio sicuramente, io non sono riuscita a trovare la rotella per fare le strisce) e infornato a 170 gradi e anche qualcosa in meno per circa 30 minuti.

La mia non è venuta proprio bellissima, ma portata in tavola ha fatto comparire tanti sorrisi “solari”.

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