Weekend a Venezia

“Ma quanti anni hai?”
“Che domanda lo sai benissimo”
“E non sei mai stato a Venezia?”
“No”
“Allora ti ci porto io…”
Così è nata l’idea de @lamentore di portarmi a Venezia.

Il fascino senza tempo
Venezia, per quanto ti fai l’idea di un posto particolare, riesce comunque a essere più emozionante di come te la immaginavi. Le calli e i canali visti dal vivo ti lasciano a bocca aperta ed è curioso mettere a confronto la reazione di tutti i turisti con quella dei “locali” che si muovono con indifferenza tra un vaporetto e l’altro, come me quando prendo un qualsiasi autobus di Milano.

Dove abbiamo alloggiato
È vero quanto si dice, che a Venezia tutto costa uno sproposito: dal mitico Bellini all’Harry’s bar, passando per i trasporti pubblici fino ad arrivare agli alberghi. Difficile trovare una sistemazione di livello medio a un costo accettabile, ma credo che siamo riusciti a scovare un buon compromesso.
L’Hotel Becher, in pieno centro a 5 minuti da Piazza San Marco, è il recupero di una antica casa e riproduce lo stile barocco veneziano nonché le sue calli e saliscendi, attraverso stretti corridoi e scalette che portano a camere che sembrano casette di bambole. È anche dotato di un attracco privato sul canale.

Dove abbiamo mangiato
Vi consiglio due ristoranti che rispecchiano le anime di una Venezia storica e copy DSC_0325contemporanea allo stesso tempo.
Algiubagiò, fuori dal centro, è affacciato sulla laguna a Cannareggio (nella bella stagione i tavoli all’aperto devono essere spettacolari). È un ristorante dal look moderno e gestito da ragazzi attenti alla materia prima. Una cucina innovativa che strizza l’occhio a ricette tradizionali, come nel caso, ad es., delle Sarde in saor, mela verde e baccalà mantecato con polenta soffiata al caffè. Qualche piccolo difettuccio lo abbiamo notato, ma c’è materia per sperare in un ristorante che si farà e molto bene.
Agli opposti troviamo il Vecio Fritolin, a pochi minuti dal ponte di Rialto dove la tradizione la fa da padrone. Famoso per il fritto misto di pesce da cui il nome del ristorante, che si rifà agli antichi punti di ristoro veneziani. Se in stagione non perdete le moeche, tipologia di granchio nel momento in cui abbandona il carapace. Io difficilmente le dimenticherò, così come la tripla calamarata (pasta calamari, calamari e calamaretti).
Ma non solo, lasciatevi guidare da Irina nella storia culinaria di Venezia a base del pesce fresco del vicino mercato di Rialto.
copyDSC_0338copy DSC_0340

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.