A Vinitaly, manifestazione internazionale che si tiene a Verona ogni anno, si sa che si può trovare di tutto. I moltissimi produttori presenti anche quest’anno hanno a disposizione un palco e un pubblico imparagonabile per far conoscere grandi classici e nuove esperienze vitivinicole. E talvolta capita che più produttori si orientino verso quella che possiamo considerare una unica tipologia di vino. È il caso di quelli che ho definito vini per l’estate. Non so dire se si sia trattato di una coincidenza, ma mentre giravo tra i banchi di della fiera di Verona l’estate era un tema ricorrente. E quali sono i vini “estivi”? Nessuna sorpresa se in gran parte si tratti di vini bianchi e in particolare spumanti, che fanno della freschezza la loro caratteristica peculiare, ma le gradite eccezioni non mancano. L’importante è che si sposino al meglio con la calda stagione e siano ideali da bere magari con un crudo di pesce in riva al mare o per un aperitivo in terrazza. Ed ecco arrivare il primo, una sorpresa metodo classico del sud Italia con un vitigno che non conoscevo, il Montonico. Il Fenaroli millesimato 2014, con 36 mesi di maturazione sui lieviti, trae il meglio da un vitigno la cui produzione totale di soli 90 ettari circa si concentra nella provincia di Teramo. Un profumo coinvolgente basato su sentori agrumati e frutta secca che trovano una buona armonia in bocca. Un ottimo vino che chiama i molluschi e la tartare di pesce quello di Codice Citra, cooperativa che è riuscita a raccogliere intorno a sé 3.000 soci per una cantina che è un vero e proprio progetto costruito intorno al claim Vini, Volti, Valori. Rimaniamo nel mondo del Metodo Classico ma spostiamoci decisamente più a nord, in quel di Rovereto (TN) per assaggiare il
Cuvée Blanche delle cantine Letrari. Nessun dubbio sulla qualità della produzione Letrari che con questo 100% Chardonnay ha voluto sposare la causa di un Trento DOC fatto di semplicità, meno impegnativo e strutturato di altre loro bottiglie. Forse anche per questo a me ha ricordato il mare con i suoi profumi floreali delicati ma ben presenti e la cremosità al palato. Mi ero ripromesso di parlare di un vino per produttore, ma il +4 Rosè di Lucia Letrari non riesco proprio a tralasciarlo. Nel nome troviamo i 4 mesi in più che riposa sui lieviti (28 mesi invece dei due anni canonici). Il breve contatto delle bucce di pinot nero, che insieme allo Chardonnay compone la cuvée, dona un colore che si può apprezzare solo dal vivo, un rosa antico affascinante. Non sono da meno il naso molto fine che fa emergere diversi frutti rossi e in bocca si trasforma in confettura. Un vino dalle molteplici sfaccettature che se si sposa bene con i crostacei ed aperitivi, non è inferiore l’abbinamento a tutto pasto.
E ancora la provocazione di Mionetto, celebre casa di produzione di Prosecco, con un calice di vino servito con ghiaccio. Qui l’aperitivo impera, e non preoccupatevi per la diluizione del vino perché finirà velocemente prima che il ghiaccio si sciolga.
Fermiamo le bollicine e scendiamo in Sicilia dove ci attende la Bambina, rosato di Melfi delle Cantine Barbera, scommessa di Marilena nata nel 2009 quando di rosati ce n’erano pochi e men che meno in Sicilia. Azzardo ben ripagato da un rosato ramato dove le molteplici sfumature al naso tra limone, frutti rossi e rose si completano con un gusto persistente che sul finale ti porta letteralmente al mare. Qui l’unica raccomandazione è se avete intenzione di offrirlo come aperitivo di avere a disposizione ben più di una bottiglia.
Infine non poteva mancare un vino rosso a completare la mia cantina ideale estiva. Ed ecco il Troccolone di Marco Capitoni, eclettico produttore senese, per la precisione di Pienza). Dopo numerosi esperimenti Marco ha puntato sulle anfore come contenitore per lasciare alle sue uve di Sangiovese il loro carattere peculiare durante la fermentazione. Due giare in terracotta a km 0, costruite a mano e senza stampi con terra dell’Impruneta, che conferiscono un’ottima freschezza a un vino che possiamo sicuramente inserire tra i vini per l’estate.
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Vinitaly: from Russia with love
Quest’anno a Vinitaly ho voluto seguire alla lettera il consiglio di andare a cercare vini che non trovi facilmente a casa, evitando i grandi classici o comunque i vini già conosciuti, sfruttando l’occasione come se fosse una visita scolastica a tutti gli effetti.
Così mi sono diretto al padiglione dedicato ai produttori esteri alla ricerca di qualcosa di mai provato. Spazio sacrificato (d’altro canto si chiama Vinitaly) e condiviso con parte dei produttori toscani. Spicca al centro un grande padiglione dedicato alla Russia e mi dirigo li’ senza indugio. Ho cosi’ potuto assaggiare le creazioni di due produttori entrambi della Crimea, che mi spiegano si trova alla stessa latitudine di Piemonte e Bordeaux. Se a questo aggiungiamo la presenza del Mar Nero e le montagne alle spalle, sulla carta abbiamo dei buoni ingredienti per produrre grandi vini.
Il primo è Fanagoria, colosso della produzione sovietica con 2500 ettari di viti nella penisola di Taman. In Italia, escludendo le cooperative, i soli Marchesi Antinori li superano con oltre 2600. Tra gli innumerevoli vini in purezza e blend, ice wine, spumanti e distillati non mi faccio scappare la possibilità di assaggiare il Saperavi. Vitigno tintoreo (dalla polpa colorata che ne impedisce la vinificazione in bianco) originario della Georgia, dove si dice abbia avuto origine il vino nella storia, ma diffuso in molte zone della Russia quali Moldavia, Turkmenistan, Azerbaijan e appunto Crimea. Il colore è decisamente intenso quasi da inchiostro violaceo; forte la presenza al naso di ciliegie mature e spezie fino a sentori affumicati. Il tutto non ben definito ma nel complesso gradevole. In bocca un tannino non molto strutturato conferma insieme alle spezie un vino particolare che valeva la pena assaggiare.
Alma Valley é invece il risultato di un progetto enologico nato nel 2005 e che dal 2013 vede la produzione in una struttura moderna di oltre 3 milioni di bottiglie. I vitigni sono classici europei e vengono vinificati sia in purezza che in blend. Tra i bianchi troviamo tra gli altri chardonnay, sauvignon blanc, riesling, traminer, mentre tra i rossi cabernet franc, merlot, shiraz, tempranillo. Nei numerosi assaggi (Vladimir che mi ha introdotto alle loro produzioni non è stato certamente avaro nel versare…) mi sono soffermato sui rossi. Non lasciano il segno le versioni base dei monovitigno, mentre i riserva si rivelano interessanti, in particolare Merlot e Shiraz entrambi con 12 mesi di botte e 3 mesi minimo di bottiglia, risultano buoni esercizi stilistici accumunati da prevalenza di sentori di viola e cioccolato insieme a erbe balsamiche tipiche del terroir della Crimea. Ma il vino che più mi ha colpito, a partire dall’etichetta molto “russa” è l’Alma Valley Picnic Wine, blend di Cabernet Sauvignon e Shiraz. Di colore rubino scuro, fa della freschezza fruttata la sua cifra stilistica che si mantiene in un finale lungo con tannnino vellutato.
Ma oltre le cose mai provate Vinitaly serve a rivedere amiche e trovare conferme nel loro vino di ogni anno, per cui mi sono ritagliato il tempo per fare una capatina da Lucia Letrari con il suo splendido Quore, trendoc di solo Chardonnay con 40 mesi sui lieviti. Secondo saluto per Marianna delle Cantine Barbera; un consiglio non perdete Ammàno da uve Zibibbo realizzato praticamente solo a A – mano come dice il nome. Rimane il tempo per un rapido tour della Sicilia con la cantine Planeta che raccolgono uve da tutta l’isola per produrre vini che passano dal tufo vulcanico al sapore del mare. Tra i primi meritano una menzione Etna Rosso, che sta cercando la strada del gusto moderno per un vitigno antico come il Nerello Mascalese ed Eruzione 1614 Carricante che nel nome ricorda la più lunga eruzione della storia dell’Etna. In riva al mare, dalle parti di Capo Milazzo viene prodotto il Mamertino buon blend di Nero d’Avola e Nocera, vino intenso dal colore che tende al violaceo e profumi di macchia mediterranea.
Insomma anche quest’anno, pur non potendo visitare nemmeno una minima percentuale di tutti gli espositori del Vinitaly, ho trovato tanti vini interessanti e storie da ricordare.