Il carpaccio di scampi al passion fruit

Oggi voglio condividere con voi come trasformare in tutta semplicità uno scampo crudo in un piatto che sembra uscito da un ristorante stellato e che tutti i vostri ospiti vorranno fotografare.

Ingredienti per 4 persone

  • 8 scampi medio grandi
  • 2 passion fruit
  • un cucchiaio di olio evo
  • un cucchiaio di succo di limone
  • un ciuffo di germogli alfa alfa e di ravanello rosso
  • qualche foglia di insalatina
  • sale qb

Preparazione

  1. Pulire gli scampi che avremo prima abbattuto in freezer per almeno 72 ore.
    1. Una volta decongelati fare un’incisione con un coltello in modo da rompere a metà la testa per il lungo.
    2. Aprire la schiena del carapace con l’aiuto di una forbice
    3. Allargare le due metà ed estrarre lo scampo, recuperando anche la parte bianca all’interno della testa.
    4. Sciacquarlo con acqua fredda ed eliminare gli intestini che saranno ben visibili grazie all’incisione praticata
    5. Tamponare con un canovaccio
  2. Mettere gli scampi tra due fogli di pellicola trasparente e batterli leggermente con un batticarne in modo da assottigliarli.
  3. Trasferire gli scampi nella pellicola in frigorifero per una mezz’ora
  4. Preparare il condimento a base di passion fruit
    1. Svuotare i frutti dei semi e della polpa mettendoli in un tritatutto
    2. Fare andare il tritatutto alla velocità minima disponibile utilizzando se possibile la velocità a impulsi fino a quando i semi si saranno separati dalla polpa. Porre attenzione che non vengano tritati anche i semi.
    3. Filtrare il composto con un colino cinese, aggiungere un cucchiaio di olio evo, un pizzico di sale e un cucchiaio di succo di mezzo limone.
  5. Comporre il piatto mettendo gli scampi con intorno qualche foglia di insalatina,  fiori edibili e i germogli, condendo con qualche goccia del succo di passion emulsionato.

L’abbinamento

Se lo scampo crudo chiama un vino bianco o uno spumante delicato, la presenza del passion fruit mi ha spinto a osare con uno spumante metodo classico rosé. Il Nebbiolo d’Alba Spumante Metodo Classico Brut Rose’ DOC 2015 di Josetta Saffirio affascina subito con il suo colore rosa intenso con qualche riflesso aranciato. Al naso colpisce la presenza di profumi di campo (che ben si sposano con la parte vegetale del piatto), fiori in particolare di sambuco. In bocca mantiene un buon equilibrio tra acidità e sapidità, punteggiato da sfumature fruttate.

 

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Vino condiviso, Gowine e Live Wine: se la degustazione non è solo bere vino

“Ti piace andare alle degustazioni vero?”
“Sì…”
“Perché ti piace il vino. Il buon vino.”
“Non solo. Non solo.”

E allora perché andarci? Se c’è una cosa che ho imparato diventando sommelier AIS è che dietro a un vino esiste una storia fatta di persone e sentimenti, che dopo anni di lavoro vive racchiusa in una bottiglia. Incontrare chi questa storia la fa e farsela raccontare sorseggiando il frutto di tanta passione non ha prezzo. Se lo si riesce a fare a “casa loro”, in cantina, tanto meglio, ma viva gli eventi di degustazione che i produttori te li portano faccia a faccia.

Così settimana scorsa, nel giro di pochi giorni ho raccolto tante testimonianze di coraggio, storie di famiglia e voglia di innovare.

Barbaresco Valeirano - La SpinettaHo iniziato con Vino condiviso, interessante iniziativa dell’enoteca sotto casa William’s café per condividere tra amici una bottiglia di alto livello che magari da solo non ti compreresti. Così Davide ci ha introdotto ai segreti della cantina La spinetta portando all’assaggio un Barbaresco Valeirano 2012 (vino robusto con potenziale di invecchiamento fino ai 30 anni, tante note speziate e fruttate) e un Moscato d’Asti Bricco Quaglia (che fa del finale fresco il suo punto di forza). Queste le due anime di una storia di famiglia che in pochi anni sono passati dal solo Moscato alla produzione di Barbaresco, Barbera e infine l’ambito Barolo, sempre con ottimi risultati. Infine le acquisizioni in Toscana per la produzione di vino ma anche di olio. Splendide le etichette, e la loro storia, nate da riproduzioni di tavole grafiche comperate appositamente e conservate in cantina.

Nebbiolo Metodo Classico - ParussoPoi Gowine, associazione che promuove il turismo del vino, ha organizzato l’evento Barolo, Barbaresco & Roero, dove oltre 40 produttori hanno presentato tutte le sfaccettature del nebbiolo, ma non solo. Qui ho incontrato Parusso, una storia di coraggio che passa dal modificare i propri vini per inseguire un sogno diverso, definire quello che oggi è un vero “stile Parusso” che passa tra Barbera, Nebbiolo e Barolo. Anche sperimentando fino ad arrivare a un Metodo Classico Brut 100% nebbiolo. E ancora Vaira che distingue i suoi Barolo tra “femmina” e “maschio” (per la cronaca io ho preferito la femmina Bricco delle Viole) spiegando cartina alla mano le caratteristiche dei vigneti un per uno. Altra storia di famiglia quella di Alario Claudio che da tre generazioni si occupa di viti, ma solo nel 1988 inizia la produzione del suo vino in quel di Diano d’alba. E per l’occasione ha aperto un Barolo 2008….

Barolo Bricco delle Viole - Vairabarolo-2008-alario-claudio

Passano pochi giorni e scende in campo Live Wine rassegna da non perdere per la ricchezza di produttori italiani e internazionali accomunati dalla produzione sostenibile. E in più un parterre di produttori alimentari (dai salumi ai formaggi, dal pane alle spezie) da perderci la testa.

champagne-rose-pinot-meunier-jeauneaux-robinParto da due produttori di champagne: Francis Boulard e Jeaunaux-Robin. Entrambi affiancano a produzioni più tradizionali il “coraggio” di due 100% Pinot Meunier, nel caso di Jeaunaux-Robin un rosé. E con questo assaggio ho decretato il mio personale primato del blanc de noirs in tema champagne.

Rimanendo in Francia mi hanno raccontato la storia della famiglia Les cigales dans la fourmilière dove marito e moglie si contendono il primato della cantina ognuno con le sue bottiglie ed etichette.

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Ho toccato con mano la ricerca altoatesina di Lieselehof e Thomas Niedermayr che credono nei vitigni resistenti alle malattie e per questo “ecosostenibili”, fino a realizzare un museo della vite dedicato, scriverne libri o mettere in etichetta l’anno di nascita delle vigne. Se vi capita non fatevi sfuggire i loro Bronner e Solaris.

vitigni-resistenti-lieselehofthomas-niedermayr-solaris-e-bronner

togni-rebaioliInfine la passione e il coraggio di Togni Rebaioli che dalla Valcamonica con la fantasia dei nomi e delle rune camune nelle etichette si confronta con disciplinari che gli impediscono di utilizzare nomi dei vitigni e annata di produzione.

Ecco. Il vino non è solo bibita o bevanda che dir si voglia. È molto di più.